Custodimento e incanto

DSCN0916” Ricordatevi che nella vita c’è bisogno di due cose:
la prima è il custodimento (hustodimento) e la seconda è l’ incanto (inhanto)..
Eh beh il custodimento è quando ti senti poco bene o un po’ giù di morale e qualcuno si prende cura di te, ti fa il custodimento. A me è capitato dalle suorine, dopo tutti quei chilometri mi hanno messo a letto e preparato una zuppetta calda calda, sono stato custodito!
E l’ incanto…beh l’ incanto è quando la sera fuori c’è neve e tu stai sotto le coperte al caldo e guardi fuori… Quello è l’ incanto.”

Roberto, Firenze

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Attraversando le Cerbaie...

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Nel comune di Fucecchio, in Toscana, abbiamo attraversato la zona paludosa delle Cerbaie. Tra uno scroscio d’acqua e l’altro abbiamo incrociato un gruppo di bambini di quarta elementare in gita scolastica. Se non fosse stato per le guida, le maestre e l’entusiasmo dei bambini, avremmo attraversato le Cerbaie senza sapere che dentro ci si nascondeva la pianta carnivora Drosera Rotundifolia.

Questa specie è unica al mondo ed in quanto tale è protetta e non ci è dunque possibile rivelarne l’esatta posizione. Questo è un altro esempio di come l’Italia nasconda piccoli tesori spesso sconosciuti!

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Diario di viaggio #5 - La via francigena e la Toscana

Abbiamo attraversato tutta la Toscana e non possiamo che confermare … che bella! Il clima è stato fresco e ventoso, accompagnati da un “cielo d’Irlanda” abbiamo passato vigneti ed uliveti a non finire, con borghi e torri medioevali che spuntavano da ogni altura. La primavera ci ha regalato splendidi campi in fiore e le prime ciliegie e nespole, e durante il cammino abbiamo spesso trovato la compagnia di altri viandanti. Abbiamo camminato per le mura di Lucca, scoperto piccole perle come San Miniato e Bagno Vignoni, esplorato Siena.

  • Tipico rustico nel lucchese

L’arrivo in Toscana ha significato per noi il definitivo ingresso nel mondo della Via Francigena … siamo ufficialmente pellegrini! Questo ha ovviamente comportato diversi aspetti e possiamo dire che la differenza con la prima parte del nostro viaggio è stata grande. Da un lato il camminare è diventato più semplice: i percorsi sono ben segnalati e di facile percorribilità, incontri altri pellegrini ed instauri amicizie e rapporti, sai quasi sempre dove dormirai la sera e le tappe con le relative ospitalità sono già organizzate. D’altro canto però non possiamo non sottolineare le problematiche e difficoltà che l’intraprendere la via Francigena ci ha portato: il pellegrino è spesso visto come turista e viene trattato di conseguenza. La “magia” che ci circondava sugli Appennini e in Liguria é quasi scomparsa, la gente é abituata agli stranieri e spesso si mostra meno interessata e propensa al dialogo. Il pellegrinaggio alla fine é un business! Non siamo ai livelli di Santiago, ma la Francigena é in pieno sviluppo e ciò può paradossalmente portare alla fine del pellegrinaggio vero e proprio e all’inizio di quello di massa di tipo “turistico”.

Altro capitolo a parte è quello delle ospitalità. Abbiamo sentito un mare di storie su Santiago, e ci sembra di capire che il sistema lì è ben collaudato e le strutture ricettive si basano su un certo standard, con prezzi e servizi offerti abbastanza omologati. Qui invece c’è l’esatto contrario: non sai mai quello che capita! Ci sono ostelli comunali, altri religiosi, conventi, chiese, oratori…qualche volta a donativo altre volte a pagamento fisso. Quindi possiamo dire di aver vissuto esperienze molto diverse: a Sarzana siamo stati accolti senza domande, 10 euro a testa per un materasso per terra. A Valpromaro su stile Santiago ci hanno cucinato cena e colazione, lavato i panni e offerto vino e caffè, il tutto senza pretendere nulla in cambio. Lo stesso ci è successo vicino Montefiascone, dove Immacolata e Franco hanno creato un’accoglienza nella loro stessa casa. A Gambassi Terme pellegrini e turisti sono trattati alla stessa maniera (2 euro in meno a notte per i primi) e ogni extra si paga, 8 per la cena e 3 per la colazione che vanno ad aggiungersi a quelli per il posto letto. A Siena si sta alla Caritas di suor Ginetta, che senza chiedere nulla in cambio tratta tutti indistintamente e offre cena e colazione. A San Quirico lo splendido ostello comunale é in teoria ad offerta; quel giorno noi non avevamo da cambiare e non abbiamo lasciato niente. Sí, ammettiamo la nostra colpa..avremmo potuto prendere un caffè in un bar e cambiare i soldi, ma un po’ per il diluvio fuori, un po’ per la stanchezza, abbiamo lasciato perdere.. L’avessimo mai fatto!!!! Il giorno dopo siamo stati chiamati dal Direttore dell’ ostello che ha deciso di darci il buongiorno lanciandoci un’ invettiva per non aver lasciato nulla. Senza aver avuto modo di giustificarci, siamo stati mortificati..insomma sulla Francigena ci si deve aspettare un po’ di tutto.

Roberto e Arianna a Valpromaro
Gli ospitalieri Roberto e Arianna a Valpromaro

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” Nella vita mi sono dovuto reinventare… Con la crisi ho perso il lavoro e adesso faccio il giardiniere qua a Torraccia. In realtà però sono di Firenze…

La città è cambiata molto negli ultimi anni..soprattutto per il turismo..cercano di venderti tutto, ti faccio un esempio:

quando ero ragazzo, i poveri si mangiavano il panino col lampredotto, uno scarto dell’intestino del maiale…non costava nulla! A volte i macellai te lo regalavano pure! Adesso a Firenze trovi i turisti che fanno la coda per mangiarlo..e non costa manco poco! Mi fa un po’ ridere pensare che vengono dalla Cina per mangiarsi il lampredotto! E per di più col bicchiere di vino! Ma mangiatevi una fiorentina piuttosto!”

Maurizio, Torraccia di Chiusi

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” Sono partito da casa mia in Svizzera e farò tutta la Francigena fino a Roma. Non voglio arrivare né troppo presto né troppo tardi (un vero svizzero, ndr), però il 31 maggio alle 16 devo essere a San Pietro. Perché? Ho il rendez-vous!

Vado a fare la guardia svizzera in Vaticano! Per farlo ovviamente devi essere svizzero, poi devi fare due anni di scuola militare e passare diversi test. Le guardie svizzere sono solo 110, infatti siamo l’esercito più piccolo del mondo. Durerà solo due anni, ma credo sarà un’esperienza bellissima. Potrò conoscere e passare del tempo con Papa Francesco: per esempio dovrò fare la guardia fuori dalla porta della sua camera e sarò la prima persona a cui si rivolgerà al mattino. Dicono si fermi sempre a fare due chiacchiere e che a volte presti persino i libri che ha finito di leggere la sera prima! Finiti i due anni tornerò a casa e sarò ancora molto giovane, così decideró cosa fare.

Non è molto comune andare a Roma a piedi, però molte guardie tornano in Svizzera con la Francigena. Proprio durante il cammino ne ho incontrata una che tornava a casa … É stato bello, un po’ come passarsi un testimone! “

Vincent

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Intanto a Lucca ...

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” Siamo calzolai da tre generazioni, prima mio nonno lavorava qui come dipendente e poi ha preso la calzoleria. Ha insegnato il mestiere a mio zio che poi l’ha insegnato a me.

Ormai le scarpe non le produco più, c’era un periodo in cui quasi tutti potevano permettersi un paio di scarpe artigianali. É un lavoro lungo, ci vogliono tre giorni a fare un paio di scarpe e ovviamente il prezzo è alto. Oggi il divario tra ricchi e poveri è aumentato, e quindi sono pochi quelli che possono permettersi di spendere così tanto. Lavoro più che altro a stagione, con i turisti fai di più e il resto dell’anno si fa un po fatica.

Mio figlio invece non ha molta manualità, non gli interessa molto! Però è portatissimo per la musica, suona la batteria e ci sa fare. Vorrebbe fare il musicista, ma secondo me deve avere un piano di riserva perché quel mondo è difficile anche per chi è veramente bravo. “

P.S. siamo entrati in negozio perché gli scarponi di Fabio cominciavano a scollarsi,li ha riparati e ora stanno bene … l’obiettivo è farli arrivare almeno fino a Roma! Grazie Stefano!

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L’Italia è davvero un paese pieno di tesori nascosti: nel piccolo paese di Valpromaro abbiamo scoperto grazie all’ospitalero Roberto un piccolo reperto da museo. Quello di cui si sta parlando è un telaio vecchio almeno 300 anni, e la proprietaria Laura ci ha brevemente mostrato come funziona aprendoci le porte della sua bottega di cucito artigianale “Opificio Seimiglia”. Laura lavora con fibre naturali, come per esempio l’ortica, e sta cercando di perfezionare l’utilizzo del telaio antico.

” L’ antico e il manuale mi hanno sempre affascinato. Mi ricordo che quando da bambina ci hanno portati al museo di cultura contadina son rimasta a bocca aperta…nella vita poi ho fatto diverse cose..mi sono laureata in geologia e per un po’ di tempo ho fatto quello.. Ora sono quattro anni che faccio questo mestiere..mi piace tantissimo. Questo è un telaio dell’800 .. Mi ci diletto ogni tanto ma è molto difficile da usare…solo per preparare l’ordito ci vorrebbero tre persone! “

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" Magari mi sporco le unghie di terra, ma ci guadagno un sorriso da qui a lí "

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Durante il cammino siamo stati ospitati da Marica e Andrea: due giovani che non solo hanno deciso di cambiare casa ma anche stile di vita …

I due si sono trasferiti dalla città ad un luogo un po’ più appartato ed arroccato nella provincia di La Spezia. Per raggiungerli c’è una bella scalinata in salita e una traversata nel bosco..ma la vista sul mare e sul golfo una volta arrivati, ripaga da ogni fatica.

Un ritorno alla campagna, alla terra, all’orto e alla natura. Marica ci mostra come sta imparando a conoscere gli animali,  come dà da mangiare alle galline, ai conigli, come si prende cura dei gattini appena nati.

Anche se hanno i loro studi, lavori ed impegni , Marica ed Andrea sono pieni di idee e di progetti per il loro giardino e la loro casa.

Sono sempre di più i giovani che stanno facendo questo tipo di scelta, Marica e Andrea ne sono un esempio. Ci hanno spiegato come questo stile di vita comporti alcune  difficoltà, per esempio il solo portare una bombola di gas a casa (che è lontana dalla prima strada carrabile) diventa complicato e faticoso.

Nonostante questo, non rimpiangono la loro decisione: gli ulivi, l’orto, la vista sul mare sono privilegi conquistati con il lavoro di ogni giorno e a cui non vogliono rinunciare.

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Diario di viaggio #4

La Liguria é stata tosta! Una volta giunti al mare, ci aspettavamo la strada in discesa … ma avevamo sottovalutato l’aspro territorio ligure. I sentieri sono un continuo saliscendi: si sale dal livello del mare a 400 metri circa 5/6 volte a tappa. Insomma é stata dura!

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La ricompensa ci é stata data da alcune delle viste più belle al mondo, come le Cinque Terre e il golfo di La Spezia, e da tanti incontri interessanti, a sfatare il mito che vuole i liguri come persone chiuse e poco propense al dialogo.
Ci ha colpito soprattutto ascoltare le storie degli anziani, che hanno visto questa regione mutare completamente nel corso degli ultimi cinquant’anni. Abbiamo scoperto come la gente abbia abbandonato le colline coltivate ad ulivi e vigne per sfuggire a un lavoro duro e poco redditizio, e si sia trasferita nelle grandi città per lavorare nei porti e nelle ferrovie. Questo cambiamento ha modificato drasticamente il territorio ligure, che oggi appare aspro e lasciato un po’ a se stesso.
Infine è arrivato il turismo e gli stranieri, segnando così lo sviluppo delle città sul mare e la “morte” di quelle collinari divenute semplici luoghi di ritiro estivo.

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Noi abbiamo visto molti di questi borghi, e in certi casi é stato davvero triste trovare villaggi quasi deserti quando in posti come le Cinque Terre i turisti sono così tanti che bisogna sgomitare per muoversi tra i viottoli. Il turismo lì é portato agli eccessi, e ce ne siamo accorti scoprendo come per percorrere il sentiero tra Corniglia e Manarola si dovesse addirittura pagare un pedaggio! Quindi noi, dopo quasi 400 chilometri a piedi, avremmo dovuto pagare 7.50 € a testa per meno di 10km … Peggio dell’autostrada!

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Cosa rende le Cinque Terre così speciali? E perché “Cinque” e non Sei o Sette Terre? Chi ha deciso che Monterosso é “speciale”, e Framura o Tellaro no?

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"La Liguria é cambiata parecchio"

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” Sono nato e cresciuto qui, poi ho fatto il ferroviere e ho girato tutta la Liguria.

Questo lo chiamano parco naturale, ma guardate lì … Vi sembra un parco? Hanno ripulito due o tre sentieri intorno alle Cinque Terre e basta.

Prima c’erano ulivi e vigne da tutte le parti, adesso non si fa più niente. Lo saprete anche voi che camminate, é un lavoraccio portare su e giù uva e olive da queste parti. Lavori tanto per produrre poco, e così non guadagni e la gente é andata via. Da agricoltori sono diventati tutti naviganti o ferrovieri. “

Pietrino da S. Bernardino

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