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” I vasi li faceva mio nonno, quelli che vendiamo qua li fa mio fratello. Ora vendiamo solo quello che è rimasto finché non finisce tutto. Non importa se non vendiamo tanto, ormai lo facciamo per passare la giornata.

Quanti anni ho? Gli anni e i bicchieri di vino non si contano! Bevete questo limoncello, l’ha fatto mia moglie: è tutta roba del nostro orto. Portatevi la bottiglia dietro, se non la volete portare perché pesa troppo mettete tutto nella pancia così arrivate più veloci!  “

Teresa e Giovanni – verso Gizzeria

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Diario di viaggio #9 - Il Cilento e la Calabria

  • Tramonto sulla spiaggia di Paestum

Ci siamo lasciati sulla Costiera Amalfitana, tra i monti Lattari e la valle delle Ferriere che ci hanno condotti fino a Salerno.
Da lì a Paestum abbiamo percorso quella che sarebbe la pista ciclabile più lunga d’Italia: un rettilineo di 37 chilometri che costeggia la spiaggia e la pineta. Peccato che non abbiamo incontrato nemmeno una bicicletta! La pista è malcurata e sporca, frequentata per lo più da prostitute. Uno dei tanti esempi di come in Italia si trascurino ed abbandonino progetti inizialmente promettenti, anche per colpa dei cittadini che non ne riconoscono il valore.
Ciononostante la pista ciclabile ci ha condotto ai templi senza tempo di Paestum: un parco archeologico davvero senza eguali, dove storie di epoche diverse si sovrappongono e parlano di quelle che sono le nostre origini. Per noi ha significato l’entrata nell’antica Magna Graecia!
Tra una scorpacciata di mozzarella di bufala e l’altra ci siamo inoltrati nel Cilento, dove abbiamo trovato tanta ospitalità, un mare cristallino e antichi borghi arroccati. La geografia del Cilento è stata profondamente modificata dalla storia: le incursioni dei saraceni hanno fatto sì che gli abitanti si siano rifugiati nell’interno lasciando le coste disabitate. Per questo motivo abbiamo trovato spiagge poco popolate ed incontaminate, dove il turismo e gli abitati stanno nascendo solo ora. A ricordo di queste incursioni sono rimaste tantissime torri d’avvistamento che un tempo avrebbero dovuto garantire la sicurezza delle coste e le loro rovine accompagneranno il nostro cammino praticamente fino in Sicilia.
La natura del Cilento è davvero rigogliosa: una notte siamo stati persino svegliati da un gruppetto di cinghiali! Alzare la testa e trovarsene uno di fianco non è stato divertente, ma dobbiamo ammettere che non abbiamo avvertito nessun pericolo particolare. I cani randagi rimangono il nostro principale nemico, per il resto basta rispettare la natura e difficilmente si hanno problemi.
Dopo il Cilento abbiamo trovato qualche problema: i monti a picco sul mare e l’assenza di sentieri ci hanno costretto a percorrere un bel tratto di statale, fino a giungere in Basilicata a Maratea. Il piccolo borgo, detto “la perla del Tirreno”, nonostante i soli cinquemila abitanti nasconde un passato glorioso: pensate che le chiese sono addirittura 44!
Da lì siamo riusciti a evitare le strade, e tra sentieri e spiagge siamo arrivati in Calabria. Vediamo il turismo che aumenta pian piano e il nostro passaggio desta non poche attenzioni (e perplessità). Molti ci chiedono se abbiamo sbagliato strada, o se stiamo andando in Spagna a Santiago (che si trova dalla parte opposta). Quasi sempre siamo scambiati per stranieri: qui si cammina poco e mai a Luglio in spiaggia, se hai uno zaino sei francese o tedesco. Quindi possiamo capire la curiosità della gente!
Ora siamo a Scalea, dove ci siamo fermati per qualche giorno a riprendere le forze prima di ripartire. Fa sempre più caldo, siamo stati costretti a cambiare i nostri orari ed abitudini per approfittare delle ore fresche all’alba, vediamo però la meta vicina e il morale è alto…ce la possiamo fare!

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DSCN1475” Ho lavorato in Germania per otto anni…facevo il pizzaiolo…stavo bene lì, nessuno mi ha obbligato a tornare qui…eppure ho fatto questa scelta. Sono tornato a Lentiscosa e ho preso il locale di mio papà, continuando nell’ impresa di famiglia. Sono dieci anni che sto ristrutturando tutto…faccio da solo, invento cose nuove ogni giorno ma piano piano ce la stiamo facendo.

A settembre, quando ci sono pochi turisti, vado al mare a pescare…resto lì giornate intere. Siamo stati in vacanza all’estero, sì…ma come si sta qua, non si sta da nessun’altra parte. Il mare non me lo deve togliere nessuno “

Gaetano che ci ha ospitato con la sua famiglia a Lentiscosa

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DSCN1453” Io faccio il camionista. Portiamo frutta e verdura in Sicilia…viaggiamo tanto. Noi che facciamo questo lavoro siamo molto legati alla famiglia, stando sempre lontani da casa, portiamo dietro foto per sentirli vicini.

Sulla strada sono tutti terrorizzati di noi, ogni volta che facciamo un incidente i media ci puntano subito il dito contro. In autostrada però, di incidenti ce ne sono tanti, ogni giorno…e spesso di auto…ma di quelli nessuno parla…e noi camionisti passiamo per il terrore delle strade…”

Mario e la sua famiglia che ci hanno ospitati ad Ogliastro

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DSCN1470” Prima del boom economico io e la mia famiglia siamo emigrati in Venezuela…come ora arrivano tanti immigrati qui, allora anche noi andavamo fuori in cerca di fortuna… E così è stato per noi. Allora in Venezuela si stava bene…abbiamo fatto un sacco di soldi. Marina di Camerota è stata costruita con i soldi del Venezuela…molti degli immigrati in Sud America sono tornati qui e hanno fatto fortuna.

Ora la politica venezuelana ha rovinato tutto purtoppo…non è più tranquilla come un tempo, ma continuo a portarla nel cuore. A casa parliamo solo in spagnolo “

Teresa – Lentiscosa

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” Sono qui da 10 anni, ma non mi era mai capitato di vedere una nebbia così d’estate…sembra Natale! No no, non è normale.
Vengo dalla Bulgaria, volevamo fare studiare i nostri figli quindi uno tra me e mio marito doveva venire qua. I figli e la famiglia sono la cosa più importante, vedere che si realizzano ripaga da tutti i sacrifici. Alla fine sono venuta io, prima sono andata a Roma ma non sapendo l’italiano non ho trovato lavoro. Allora ho dato 250€ a un signore che mi ha portato a Positano, dove vivevo con altre donne in cerca di lavoro come badanti. Le famiglie venivano lì e sceglievano una di noi … Come al mercato! Mi hanno scelto perché ero bruna, le altre erano tutte bionde e siccome la signora a cui dovevo badare era molto anziana hanno pensato io le facessi meno paura. Era una brava signora! Io non capivo niente, ma alla famiglia diceva ” sì sì, capisce tutto! “. Poi a forza di ascoltarla ho imparato l’italiano. Ora mi occupo di una ragazza down, è proprio brava anche lei!

Pero sì … La Bulgaria mi manca. Massimo altri due anni e torno là, dalla mia famiglia. È difficile vivere lontano da casa.
Ora si sta meglio, però non c’è tanto lavoro. Col comunismo beh, non eravamo liberi però stavamo tranquilli. C’era lavoro per tutti, era impossibile che a 18 anni non si lavorasse. O studiavi o la polizia ti veniva a prendere e ti trovavano un posto, niente smartphone e divano a casa a non fare niente. Poi è vero, ci raccontavano un sacco di bugie, eravamo isolati e non sapevamo niente di niente. Al telegiornale non moriva mai nessuno, sempre belle notizie! Poi è crollato il muro e abbiamo scoperto la realtà. Quindi meglio adesso dai … Non vedo l’ora di tornare a casa! “

Dima – Montepertuso

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” Indovinate quanti anni ho? 81! Se non fosse per questo volontariato che
faccio qui all’ oasi di Lega Ambiente, la mia testa sarebbe già partita.
Questo volontariato mi tiene attivo…parlo con la gente giovane, controllo che
tutto sia a posto, ripulisco un po’…pensate, prima questa pineta era
una discarica praticamente… ma io ed altri volontari ci siamo rimboccati
le maniche e abbiamo ripulito la pineta e la spiaggia, creando un’ oasi
protetta. Io ho perfino creato due fontane d’acqua potabile….”

Gennaro – Paestum

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” Strada facendo vi sarete accorti del randagismo che c’è da queste parti….io ed un gruppo di amici, grazie al supporto delle persone, facciamo ció che il comune non fa…quando arriva la stagione estiva i cani magicamente spariscono…vengono avvelenati cosicchè non vengano visti dai turisti…il problema viene eliminato alla radice. Noi invece li andiamo a prendere uno ad uno e ce ne prendiamo cura finchè non troviamo una famiglia che li ospita. Li consegnamo in tutta Italia! Siamo ben organizzati per questo… Domani arrivano quattro cuccioli e per ora li tengo io!

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Lavoro nella briocheria di famiglia da sempre! Prima era anche pizzeria e gelateria ma da quando mio padre è andato in pensione ho dovuto ridimensionare un po’ il locale per farlo su misura. 

La particolarità delle brioches che facciamo è che sono interamente naturali…l’ impasto si prepara tre giorni prima di essere infornato. Uso il lievito madre di mio padre… è lo stesso degli anni sessanta! Lo alimentiamo da sempre! Lo chiamiamo “il bimbo” “

Rosita, che ci ha ospitati a Salerno

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Diario di viaggio # 8 - Napoli e la Costiera amalfitana

 

L’arrivo a Napoli ha segnato il definitivo ingresso nel Sud: odori e sapori nuovi, il dialetto spesso incomprensibile (per lo meno per Fabio), modi di vivere e sguardi diversi dai nostri. Dobbiamo ammettere che in principio non è stata facile: siamo stati accolti da una certa diffidenza e poca curiosità. La cultura del camminare non è molto radicata da queste parti e noi l’abbiamo sentito sulla nostra pelle. Nonostante questo la cordialità e il calore dei napoletani alla lunga sono usciti allo scoperto. C’è chi ha condiviso con noi cibo e tempo, senza pensarci due volte. Forse a Napoli non esiste la cultura del camminare, ma di certo esiste la cultura della strada: basta passeggiare e ci si imbatte in musicisti, artisti, personaggi folkloristici fuori dal tempo; ed ognuno di loro è pronto a dedicarti parte della sua giornata, un sorriso e magari un caffè. A Ponticelli poi abbiamo visto il lato più vero della città, fuori da circuiti turistici, dove ancora si respira quell’atmosfera da villaggio che al nord è difficile trovare. Insomma … Non è stato facile andarsene!

  • Napoli e il Vesuvio

Con il Vesuvio alle spalle ci siamo diretti verso i Monti Lattari, ben decisi ad affrontarli dopo aver consultato il CAI di Napoli. Da Castellammare di Stabia abbiamo iniziato l’ascesa al monte Faito: il sentiero in principio era ben segnalato e battuto. Man mano che salivamo i segnali si sono fatti più rari, il sentiero più impervio. Ad un certo punto – alla quota di 500 metri – i segnali sono spariti! Abbiamo provato – tra rovi e rocce – ad aprirvi una via, ma oltre all’impossibilità della cosa si è aggiunta la pericolosità della zona, piena di precipizi sul mare. Per la prima volta abbiamo deciso di fare un passo indietro: i sentieri lì sono poco (o mai) praticati e versano in una pessima condizione. Sul Faito siamo dovuti salire in funivia, dopo essere tornati sui nostri passi tra spine e arbusti. Che dire…ci siamo spaventati, ma tutto bene! Dal Faito la situazione è migliorata: abbiamo attraversato i monti e svalicato sull’altra costiera, poi abbiamo esplorato la stupenda Valle delle Ferriere fino a giungere a Maiori, poi a Salerno. Il caldo comincia a farsi sentire, ma noi non molliamo e siamo pronti per il Cilento!

  • Lo "Scoglio di Rovigliano" vicino Castellammare di Stabia

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” Napoli è una città culturalmente viva, e da sempre abituata all’arte…basti pensare a Totò! È per questo che ho scelto di lavorare qui a Napoli…città che da sempre ha accettato artisti di strada.

Ho studiato per alcuni mesi con un artista che ha esposto con De Chirico…è lui che mi ha insegnato la tecnica di incisione su foglio d’oro…quello che ho imparato da lui è che non bisogna mai essere appagati del proprio lavoro se no ci si rilassa e non si produce più. Non accontentarti mai, devi essere il più severo critico di te stesso, dipingi per te e non per gli altri…

Per strada espongono anche le litografie dei miei quadri…queste costano meno e sono alla portata di tutti…le vendo soprattutto ai giovani e questo mi rende felice! Per il resto lavoro parecchio, anche tramite commissioni! L’ultima commissione è dalla Feltrinelli per la copertina di un libro!”

Luca – Duca Savino – Napoli

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