Il nostro viaggio è giunto al termine.
Semplicemente realizzare questo fatto è stato di per sè molto complicato : non è stata una vacanza, non abbiamo messo il tasto “pausa” ad una vita “normale”, non ci siamo presi un paio di settimane per riflettere, non ci siamo lasciati alle spalle qualcosa di sicuro al quale ritornare una volta finito tutto. Il cammino per noi è stata una scelta di vita : abbiamo abbandonato occupazioni e progetti e abbiamo letteralmente vissuto camminando. La meta c’era, ma non era la cosa più importante. Il termine ultimo per arrivarci c’era, ma non era ben definito. La peculiarità che ha contraddistinto il nostro viaggio da una “normale passeggiata” è stata proprio l’imprevedibilità e la non programmazione (oltre che, ovviamente, la durata) : ci siamo lasciati guidare dagli eventi e dalle persone che abbiamo incontrato, il nostro cammino si è creato da solo passo dopo passo. Il non sapere quale strada avremmo percorso, dove avremmo dormito, cosa avremmo mangiato, chi avremmo conosciuto è stato senza dubbio l’elemento più bello e allo stesso tempo più complicato e logorante del nostro camminare. Altro aspetto molto complicato è stato – paradossalmente- l’essere in due. Crediamo che l’aver compiuto questo viaggio spalla a spalla, sempre insieme, passo dopo passo, cercando di comprendere pregi e difetti dell’altro, sia stata la conquista più grande.
E’ stata dura, inutile nasconderlo. La ricompensa però è stata grandissima: non solo – non smetteremo mai di ripeterlo – per l’emozione provata all’arrivo all’Isola delle Correnti (un qualcosa di incredibile e probabilmente irripetibile, mai provato prima e veramente indescrivibile) ma soprattutto per la ricchezza che questa esperienza ha infuso nei nostri cuori e nelle nostre menti. Non cammineremo mai più come camminavamo prima, non guarderemo più un mendicante o un estraneo alla stessa maniera, persino un piatto di pasta o una serata con chi ti sta a cuore hanno assunto tutt’altro valore. Certe volte è proprio vero che per accorgersi della propria ricchezza e fortuna occorre privarsene per un certo periodo, e non si parla solo di cose materiali. Se non si ha niente non si ha nulla da perdere, si vedono le cose con più chiarezza e si arrivano a comprendere quali sono i veri valori della vita.
Detto questo non consiglieremmo la nostra esperienza a nessuno. Sembra paradossale, ma le difficoltà sono state innumerevoli e non ci sentiremmo di augurarle a nessuno. Non per presunzione – non crediamo di avere chissà quale particolarità che ci ha permesso di affrontarle in maniera positiva – ma perché ci siamo resti conto di una cosa: ognuno ha la sua strada e sta ad ognuno seguirla. Noi abbiamo deciso di intraprendere questo viaggio e a noi ha dato tanto, qualcun’altro dovrà intraprenderne un altro. Probabilmente molto diverso, magari non così estremo, ma di sicuro altrettanto soddisfacente e utile. Siamo tutti diversi, dobbiamo accettare questa diversità e capire che abbiamo diverse esigenze ed aspirazioni.
Il nostro obiettivo era riscoprire l’Italia ed il suo popolo, in particolare provocare nelle persone il risveglio dei valori dell’ospitalità, della fiducia, dell’accoglienza dello straniero. Questo per cercare, nel nostro piccolo, di lottare contro il sentimento di paura verso il diverso e l’estraneo che caratterizza l’epoca in cui viviamo. Possiamo sicuramente dire che l’obiettivo è stato raggiunto : ci siamo fidati di persone che non conoscevamo e quasi sempre abbiamo ricevuto in cambio gentilezza e incoraggiamento. Chi invece ci incontrava – zaino in spalla, bastoni alla mano, e spesso non proprio lindi e profumati – ha qualche volta reagito con freddezza, ma in genere dopo qualche parola siamo riusciti a fare breccia e praticamente tutti ci hanno poi aiutato e sostenuto, in un modo o nell’altro. Concludiamo questo viaggio pieni di gratitudine verso tutti gli Italiani (e non) che ci hanno nutrito (non potete immaginare quanto!), indicato la via, ospitato, incoraggiato, sorriso, condiviso con noi questi valori che portano le persone ad unirsi e non a separarsi.
Un viaggio è giunto al termine, un altro sta per cominciare. Questa volta senza zaini in spalla, ma sempre con la stessa determinazione!