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” Sopra Caria hanno scoperto un’antica necropoli, risalente all’ epoca preistorica. Fin
da bambino ho avuto il contatto con la terra, lavorando nei campi con mio padre.
Data la mia passione verso la civiltà preistorica, ho deciso di replicare i vasi che loro
facevano, nello stesso esatto modo e cercando di utilizzare le loro stesse tecniche. Vedete, questa è una capeduncola: la usavano per prendere l’acqua e bere, tenetene una è un regalo per voi!
Per prima cosa scavo nella terra e cerco l’argilla. Una volta trovata faccio i vasi: ovviamente all’epoca non esisteva il tornio, quindi li creo con il semplice uso delle mani.
Poi li metto in una buca scavata nel terreno, li ricopro di legna e li lascio a cuocere, proprio come facevano
gli uomini della Preistoria.
Molti credono che i diversi colori di un vaso ( rosso o nero) dipendano dal colore
dell’argilla…invece, utilizzando le loro stesse tecniche, ho scoperto che
le gradazioni del colore dipendono da quanto ossigeno ogni parte riceve durante la cottura: più ossigeno tende al rosso, meno al nero… per questo i fondi sono in genere scuri.

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Le tombe della Necropoli sono state interamente profanate dagli
archeologi e ora tutto quello che c’era si trova al museo di Reggio Calabria.
È strano come si abbia rispetto per i nostri morti mentre invece si profanando
le tombe degli antichi, togliendo tutto ciò che c’era dentro e riponendo i loro
corpi dietro le vetrate di un museo.
Ogni primo novembre io porto i fiori alla necropoli, per chieder scusa di aver
profanato le loro tombe.
Lassù nelle grotte dove un tempo vivevano, trovo pace…vado lì ogni volta che
voglio raccogliere un po’ i miei pensieri e stare da solo. “

Cosimo di Carìa

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